martedì 9 gennaio 2018

Johanna

<Ti ho chiamato un paio d'ore fa> la voce al telefono è fin troppo conosciuta, Johanna Myles, sorella della defunta Heleonor Myles, sarebbe sua cognata ma a volte si comporta come una seconda madre nonostante il divario d'età fra loro veda lei in netta inferiorità numerica <ero a lavoro Jo, sono rientrato da pochi minuti ho avuto a malapena il tempo di  richiudere la porta>  è in tuta e pantofole, ha i capelli ancora umidi di doccia, ha spuntato la barba ed ora è sul divano, davanti a sè sul tavolino basso una bottiglia di bourbon ed un bicchiere di vetro largo, abbondante.

<Non è vero...> la voce di Johanna al telefono è sconvolta, meravigliata, quel che si sente in quella negazione è un rimprovero<Jo...> sospira, prende aria per  poi sbuffarla in un insieme di parole incazzate <fallo un'altra volta e giuro che ti sbatto dentro per...> la cognata lo interrompe quasi subito <mi credi così stupida? Non ho usato i miei poteri, ho chiamato in palestra e mi hanno detto che sei andato via...> non la lascia finire <devi smetterla di controllarmi, Jo> Johanna è una ragazza di una ventina d'anni, ha un rapporto d'amore/odio con il cognato, nonostante vivano distanti (lei è di Cleveland) non ha mai smesso di sentirlo, la loro amicizia è nata quando Niall s'è presentato in casa delle due sorelle per un appuntamento con Heleonor, quella sera anzichè uscire con la ragazza fu convinto a cenare con loro, e fu lui a cucinare per entrambe. 

Irrigidisce la mascella, questa vibra di nervosismo mentre osserva la parete davanti a sè, la voce di Johanna è preoccupata
<e tu devi smetterla di fare questa vita Aaron> lo ha sempre chiamato col secondo nome, dice che lo rende più elegante <rischi la vita al lavoro, poi stacchi e ti ammazzi di fatica in palestra, non hai un attimo di tempo per te stesso, non esci con nessuno, ne sono certa...e sono più certa che mai che da quando lei...> la interrompe alzando la voce <da quando lei è morta, Jo? Volevi dire questo?> le loro voci si accavallano al telefono, litigano rinfacciandosi cose ormai vecchie, per certi versi dimenticate, poi Johanna o forse lui stesso, uno dei due chiude la chiamata.

 Rimane seduto, la schiena poggiata alla spalliera del divano, lentamente reclina il capo all'indietro e chiude gli occhi, sospira. Si addormenterà in questa posizione, stremato, stanco di tutto questo, stanco di sè stesso.

Nessun commento:

Posta un commento

Xhh

Lotto per non farmi inghiottire dal buio, ma oscurità e sangue si mescolano e per la prima volta sento il fango cedere sotto di me, scivolo,...