sabato 3 febbraio 2018

Xhh

Lotto per non farmi inghiottire dal buio, ma oscurità e sangue si mescolano e per la prima volta sento il fango cedere sotto di me, scivolo, spasmi di una tosse violenta mi uccidono, non ho memoria del passato, dell'uomo che ero, di quello che sono, devo solo uscire dallo schifo, il rosso e il nero diventano una sola cosa, sangue ed oscurità ancora, il buio avanza...ha fame.

Lisbeth si accorge di me, indossa la maschera e respira, lei ed Arthur cercano di sostenermi mentre Marshall agonizza al suolo...ma lui si rialzerà di lì a poco, la sorte non mi ha riservato lo stesso destino, e continuo a scivolare, mi aggrappo all'asfalto del Pocket, Maeve Doherty mi deve la vita ma non ci saranno ringraziamenti, fare l'eroe è il mio mestiere, non ci si aspetta altro da me che salvare gli altri, un uomo che tuttavia non riesce a salvare sè stesso.

Le mie mani sanguinano, il metallo del mio braccio sinistro è spruzzato di rosso, mi accorgo che non è dal braccio che sanguino ma dalla bocca, dal naso, mi hanno acceso un incendio dentro i polmoni e non riesco a spegnerlo, se continuerò a tossire anche le mie costole andranno a puttane. Nessun proiettile, ne avranno esplosi qualche centinaio ma di questi nemmeno uno mi ha scalfito, poi ho respirato quel gas...da allora comincio a scivolare verso il buio sotto di me, graffio l'asfalto e le dita della mia mano prostetica perforano la pietra, poi arriva il sangue, ancora una volta perdo ogni appiglio ma stavolta precipito.

Mi sveglio a tratti, poi perdo i sensi, attorno a me alcuni Agenti urlano per il dolore, sento le sirene delle ambulanze, ci vogliono quattro uomini ben messi per caricarmi sulla barella, mi infilano dentro l'ambulanza ma il buio continua a cibarsi di me. 



Riapro gli occhi pochi istanti dopo, lei è lì...accanto a me, mi guarda e sorride:

<Aaron>la sua voce è aria fresca per i miei polmoni, sorrido anch'io ma il dolore mi sta uccidendo, tossisco, poi lei allunga la mano, mi tocca il petto e smetto di tossire, rimane così, posso sentire il suo calore e la dolcezza della sua voce <ti amo> me l'avrà detto tante volte ma ogni volta è la prima, mordo le labbra e mentre annaspo per prendere aria afferro la sua mano :
<non guardarmi così> le dico, ma lei continua a farlo, ed è come se fossimo ancora due ragazzi inesperti <è come la prima volta che abbiamo fatto l'amore> lei ride, so che non è possibile, tuttavia lei ride e mi rendo conto che la sua risata è la cosa più bella che la mia vita abbia mai avuto:
<la prima volta lo abbiamo fatto quattro volte> mi prende in giro, amo il modo in cui lo fa, non gliel'ho mai detto ma lei lo sa, me lo ha letto negli occhi troppe volte:
<sono fiera di te>.

Sorrido, mentre i barellieri mi scaricano al General Hospital si chiedono cosa cazzo ci trovi di divertente nel fatto che io stia crepando. Osservo le loro facce confuse un'ultima volta e cerco lei attorno a me, non la trovo, assieme a lei vanno via gli ultimi sprazzi di luce, ma quello che mi accoglie non è lo stesso buio vorace di prima, mi iniettano qualcosa nelle vene, dormo...un sonno chimico.


Non pago lo stato per condividere la stessa stanza con cinque poliziotti...sono davvero cinque?
Fanculo il Philadelphia Police Department, fanculo le tasse, fanculo i barellieri e fanculo questi paravento che mi hanno messo attorno per la mia "privacy", quanti medici avranno visto la mia faccia ormai? Hanno firmato...certo...probabilmente nessuno di loro andrà in giro a sputtanarmi, ma sento la mia vita invasa, violentata, mi sento nudo da quando mi hanno tolto l'elmetto, e sono ancora Nuke, Niall ormai è andato a farsi fottere ma Nuke non molla, sta gridando tra la tosse e gli sputi di sangue di ridargli la sua faccia.

Non so per quante ore ho dormito ma al mio risveglio la tosse se n'è andata. Trovo Calliope accanto al mio letto, le sorrido, mi chiede di chiudere gli occhi  per comunicare con lei, la prendo in giro un pò, il petto continua a farmi male, la schiena soprattutto, non sono le ossa, sono i polmoni. 
Mi assicura che tutto andrà bene e che non passerò un'altra notte come quella appena trascorsa...
dici davvero Dottoressa Mitchell? La prossima volta che finirò in Ospedale lo vedremo.




Non ho parlato finchè la biondina non è venuta a farmi visita. Te lo aspettavi Niall? 
Mi guarda...e quando sorride riesco a sentire la sua stanchezza: <devi dormire Lis>.
Non lo farà, non ancora, qualcosa in tutta questa storia l'ha toccata, non so cosa ma vorrei aiutarla, ed invece è lei ad aiutare me, le nostre dita si incontrano e mi sento un uomo monco, senza polmoni e con metà cervello all'attivo, eppure è una sensazione piacevole, per la prima volta una donna mi tocca in quel modo...dopo tanto, troppo tempo."Non guardarmi così Lis. Non farlo. Con me non ne vale la pena". 


Stamattina sveglia presto.
Ho ancora questa fottuta mascherina in faccia, dicono che devo tenerla o non respiro, ma io l'ho tolta perchè mi piace il brivido del rischio.
Stronzate. Se non la indosso dopo pochi secondi vado in apnea e rischio il soffocamento.
Sto benissimo.
Lo dico anche al tizio che viene a visitarmi stamane, alcuni infermieri entrano al seguito portando fiori, marmellate (che non mangerò) e cioccolatini (men che meno), e quando mi dice:
 <un suo amico chiede di vederla> mi viene spontaneo annuire, così mi aspetto che qualcuno entri in stanza da un momento all'altro, 
Un infermiere arriva con una sorta di pad, corrugo la fronte, lo fissano alle spondine laterali e vanno via.
"Videochiamata in corso", vaffanculo non sono pronto per questo, se è Johanna mi incazzo di brutto.
Accetto, e l'uomo dall'altra parte dello schermo sorride:
<Hei eroe! Un'amica mi ha detto che ne avrai ancora per molto>
maledette talpe, anche in Ospedale adesso. Per rispondergli digito qualcosa sullo schermo, poche volte tolgo la mascherina.
<Se avessi saputo che eri tu, non avrei risposto>
<Lo so. Per questo non ho detto il mio nome ai medici> è il solito stronzo. Uno stronzo biondo e con la barba.
<Quand'è che ti radi J.? Lo sai che se continui così assomiglierai a tuo nonno?>
<Zeus ha i capelli e la barba bianca, e lancia saette, io al limite lancio scorregge> posso non volergli bene?
<A proposito di Zeus, quand'è che passi a prenderti quell'ammasso di pulci che mi hai sganciato sul divano di casa?>
<Appena riuscirò a tornare a Philadelphia>riesco a vedere la preoccupazione nei suoi occhi, il sorriso va via dalle sue labbra.
<Che cosa vuoi rompicoglioni?>
<Che ti rimetti in sesto e vieni a trovarmi a New Orleans, ho pronta una barchetta per farci un giro sul Bayou> lui e la sua fissa del nomadismo, non me ne parla mai, so solo che quando ha perso la moglie ha fatto sparire le sue tracce, ha preso la sua moto ed ha girovagato per tutta l'America, una volta mi ha chiamato dal Canada.
<Non sarà così semplice amico, io non rigenero, ci vorrà del tempo>
<Voi umani siete così debolucci> rimane in silenzio a lungo, vedo che i suoi occhi perdono la presa sullo schermo, li distoglie, sta per dire qualcosa ma  richiude le labbra.
<oh...cazzo vuoi Parker, parla> rimane in silenzio con uno strano sorriso sulle labbra, un sorriso colpevole
<lei...l'hai vista ultimamente?>odio tutte le volte in cui me lo chiede, e lo fa ogni volta
<Parker, devi lasciar vivere quella ragazza>
<Non sto parlando di Ariadne, a tal proposito forse dovresti smettere di far finta di essere il suo amichevole dirimpettaio, sta cominciando a pensare che le ho messo alle costole qualcuno>
<E difatti è così, o non mi avresti chiesto di buttarci un occhio, e prima che lo pensi ti dico che non l'ho fatto> cerco di scrivere veloce sulla tastiera touch ma lui mi interrompe
<Ti ho chiesto di lei>so a chi si riferisce adesso
<Non ho nessuna intenzione di spiare tua moglie per conto tuo, se vuoi sapere qualcosa di lei, alza il culo dalla tua barchetta sul Bayou e vieni a Philadelphia. Ora...hai altro da dirmi?>
<Ti voglio bene ragazzo>
<Anch'io Parker> sorrido dietro la mascherina, lascio che lui chiuda la videochiamata, io invece chiudo gli occhi e dormo. 
Ci vuole così poco per sfinirmi.



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